Turismo

Nel quadro determinato dalla pandemia, tra i settori più colpiti c’è certamente il turismo e le attività ad esso connesse. Nella classifica nazionale, Venezia è la prima per occupazione nelle attività economiche che hanno subito le più importanti contrazioni dovute alle chiusure e alla riduzione della mobilità interna e su scala planetaria. Il Veneto in generale ha visto drasticamente ridursi il numero delle presenze e naturalmente una immediata e significativa riduzione dell’occupazione e dei redditi. È necessario un generale ripensamento e una definizione dell’offerta turistica che sia adeguata al nuovo quadro che si è determinato. La contrazione della mobilità su scala globale non sarà di breve periodo e la crisi può essere risolta solo da un cambio radicale del modello fino ad ora perseguito.

Il calo drastico del valore azionario delle compagnie che gestiscono la crocieristica e la sospensione dei programmi di costruzione delle grandi navi, così come la ristrutturazione delle flotte aeree, parlano da sole. L’idea che si possa riprodurre e rilanciare il modello Fincantieri fin qui perseguito appare del tutto infondata. Era evidente già da prima, la necessità del contenimento degli effetti negativi di un turismo di massa che ha favorito alcuni settori economici creando spesso gravi danni sia dal lato ambientale che nei territori che ne sono stati particolarmente investiti.

L’intervento pubblico necessario in questa fase anche in forma emergenziale deve tuttavia rivolgersi immediatamente alla crescita delle attività che anche in questo settore e in quelli correlati siano ambientalmente e socialmente sostenibili. 

Le tendenze che si sono manifestate in questa fase vanno ulteriormente sviluppate e rafforzate. Pensiamo al turismo di prossimità, alla ricerca di luoghi e spazi che siano naturalmente più compatibili.

Le GRANDI NAVI turistiche devono rimanere fuori dalla Laguna di Venezia nel rispetto immediato del decreto Clini-Passera e senza attendere sine die la soluzione alternativa. La definizione dell’eventuale nuovo posizionamento dovrà essere frutto di un Dibattito Pubblico che dovrà interessare tutto il sistema e le comunità lagunari, mettere a confronto le alternative e prevedere anche l’opzione zero, come da legislazione vigente. Si deve peraltro considerare che la crisi della crocieristica, causata dalla pandemia, non sarà di breve periodo con serie conseguenze sulla stessa cantieristica navale, una delle più importanti industrie del Veneto per volume di fatturato e addetti. È altamente improbabile che nei prossimi anni vi sia una ripresa del turismo croceristico, così come lo abbiamo conosciuto, e tanto meno vi sarà la crescita prevista. Questa realtà parla per sé della necessaria riconversione dell’intero sistema.

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