La città e lo sport per tutte e tutti
La pratica dell’attività sportiva deve essere riconosciuta come diritto di cittadinanza, da garantire a tutte le cittadine e a tutti i cittadini. Attraverso la pratica sportiva si facilitano l’inclusione sociale, il superamento del disagio e la promozione della salute, e si prevengono danni personali e sociali. Per queste ragioni lo sport deve essere parte integrante dello stato sociale promosso dal Comune, il quale deve sostenere e diffondere la pratica sportiva.
Per prima cosa è necessaria la realizzazione di nuove strutture sportive, che sono oggi in numero insufficiente a soddisfare la grande domanda di attività sportiva per tutte le fasce di età. Deviare quote di bilancio da opere edilizie faraoniche e reindirizzarle sulla realizzazione e manutenzione di strutture sportive presenti in ogni quartiere deve diventare un imperativo.
Per costruire meno possibile e risparmiare risorse, andrà valutata la trasformazione di immobili inutilizzati di proprietà pubblica e privata, se idonei allo scopo, in palestre popolari, attraverso il coinvolgimento degli sportivi stessi.
Troppo spesso, oggi, impianti sportivi di proprietà pubblica sono dati in gestione a grosse società sportive che finiscono poi per esercitare una gestione privatistica di queste strutture, lasciando alle piccole società sportive le briciole. La gestione e la manutenzione delle strutture sportive comunali deve essere interamente riportata in mano al Comune, che le deve gestire in modo trasparente e deve assicurare un equo trattamento a tutte le società sportive presenti sul territorio. Per garantire maggiore disponibilità e accesso agli spazi, è necessaria l’ottimizzazione dell’uso delle strutture sportive esistenti, ad esempio mediante l’incremento dell’utilizzo delle palestre scolastiche in orario pomeridiano, e mediante l’imposizione di tetti tariffari per l’accesso a tali strutture in base al reddito.
Spazi sociali
La città di Padova presenta un ricco tessuto di associazionismo e attività sociali, culturali e aggregative portate avanti da cittadini e gruppi. La notevole presenza di studenti universitari contribuisce in modo consistente a questa effervescenza, non di rado stimolata da un impegno civile e politico. Si tratta di una realtà cittadina che il Comune deve sostenere e agevolare anche attraverso la messa a disposizione di spazi. Allo stesso modo, riteniamo prioritario il riconoscimento della funzione svolta dagli spazi sociali autogestiti e aperti alla cittadinanza, che caratterizzano significativamente la nostra città, aprendo prospettive nelle più diverse direzioni. Questi beni comuni, la loro tutela e promozione si trova al centro di questo programma. La Padova che immaginiamo è sorretta da una cittadinanza attiva che diffonde o ricostruisce in tutte le parti della città un tessuto connettivo fatto di spazi sociali, un presidio contro la crisi e la solitudine del nostro tempo.
Aumento degli spazi pubblici e privati
- Daremo pieno sostegno a progetti di auto-recupero di immobili abbandonati di proprietà pubblica o privata da parte di soggetti impegnati in attività sociali no-profit, anche mediante un modello unico di bando, elaborato dal mondo associativo attraverso un percorso partecipato.
- Porteremo avanti una strategia generale per favorire l’uso sociale degli immobili privati abbandonati, e in particolare per rendere disponibili a cittadini e associazioni le aree di proprietà privata inutilizzate (capannoni, fabbriche dismesse, ecc.), attraverso un modello unico di contratto pluriennale di comodato d’uso gratuito, garantito dal Comune e reso attrattivo anche per la proprietà mediante agevolazioni di natura fiscale sull’area concessa; ci impegneremo affinché il Consiglio comunale voti solo varianti di interesse pubblico sulle aree di proprietà privata inutilizzate.
Pieno accesso agli spazi sociali e sportivi
- È nostro impegno garantire l’accessibilità per tutti a tutti gli spazi sociali della città di Padova: ogni spazio sociale e sportivo in città, sia di proprietà pubblica, sia privata, dovrà infatti essere accessibile a cittadini portatori di handicap, e ogni persona dovrà avere pieno diritto di frequentare gli spazi sociali, quale che sia la sua condizione di cittadinanza;
- Promuoveremo l’aumento degli spazi sportivi disponibili in città, mediante lo sviluppo di aree sportive integrate in grado di ospitare sia attività sociali, sia sportive, accessibili a titolo gratuito, o a costi ridotti, ai soggetti che ne facciano richiesta. Porteremo avanti una proposta di affidamento in auto-gestione di aree abbandonate.
Le politiche culturali
Il ruolo dell’Amministrazione comunale per quel che riguarda le politiche culturali è assolutamente centrale e strategico, sia per lo sviluppo di una cittadinanza attiva che per la rigenerazione urbana: in una parola, affinché Padova possa essere un luogo desiderabile dove vivere, lavorare, formarsi e conoscere, un luogo culturalmente produttivo e attrattivo.
La vera sfida delle politiche culturali nella Padova di oggi è sviluppare un modello di cittadinanza attiva e creativa, che sia ‘produttrice’ essa stessa di identità e nuove proposte culturali. Il modello che abbiamo in mente concepisce la cultura come motore cooperativo per attivare e valorizzare le energie diffuse nel territorio: l’obiettivo strategico è quello di stimolare la comunità a un processo di responsabilità e cura comune delle risorse artistico-culturali.
Troppo spesso invece negli ultimi anni a Padova è stata abbracciata la politica dei grandi eventi concepiti solo come grandi scatole per contenere visitatori-consumatori: abbiamo assistito al progressivo affidamento delle proposte culturali espositive cittadine ai soggetti e alle fondazioni private, interessati a una logica di cassetta che ben poco ha a che vedere con l’attivazione delle risorse culturali urbane.
Nella nostra idea di politiche culturali, l’Amministrazione comunale deve essere al centro di una rete delle istituzioni dove costruire una progettazione condivisa e partecipata: questa rete diffusa sarà il canale attraverso cui far interagire strategie, politiche e progetti differenti, presenti e attivi in città. Essere al centro non vuol dire però tutto controllare e tutto dirigere: la cultura non deve essere vista come strumento di potere politico. Non è più accettabile che le risorse siano distribuite come un’elemosina per chi mantiene alto il livello culturale della città offrendo servizi alla cittadinanza. È necessario cambiare radicalmente il paradigma.
Una rete diffusa di creatività urbana per rigenerare la città
Le pratiche per una nuova gestione del patrimonio artistico e culturale materiale e immateriale devono passare per una valorizzazione dell’armatura culturale esistente in città e delle risorse della Padova odierna. Padova possiede spazi meravigliosi, che rimangono però inutilizzati o sottoutilizzati: sono necessari processi di rigenerazione urbana, fondati sul riconoscimento del ruolo della stessa creatività urbana come fattore primario dell’evoluzione delle comunità e dello sviluppo economico, pensiamo ad esempio al cinema Altino ormai abbandonato da svariati anni. La città deve riuscire a generare valore a partire dai propri capitali territoriali, culturali, sociali e relazionali, dalla promozione di una consapevolezza diffusa del patrimonio. Cominciando dal recupero degli spazi abbandonati o non valorizzati.
Le politiche culturali dell’Amministrazione comunale che vorremmo realizzare fanno propri i principi chiave presenti nel Manifesto di Napoli, elaborato in occasione del Forum dei Beni Comuni nel 2012: «Intervenire per riformare le istituzioni cultura locali, in termini coerenti con l’idea della cultura come bene comune, da governarsi sulla base di forme giuridiche partecipate, sull’esempio del Teatro Valle di Roma; impegno a fronteggiare la progressiva privatizzazione delle Università pubbliche ed in generale di tutte le forme del sapere e della conoscenza».
Le cittadine e i cittadini hanno il diritto di sapere come funziona la macchina comunale e di conoscere in maniera immediata e semplice come viene stanziato il bilancio della cultura. Le risorse destinate alle politiche culturali devono rispondere alle linee programmatiche esposte e devono inserirsi in questa idea di valorizzazione diffusa della cultura.
Una più adeguata promozione del patrimonio artistico e culturale, materiale e immateriale, presente in città passa anche attraverso l’elaborazione di servizi innovativi che “aprano” nuovi spazi di fruizione per la cittadinanza.
GLI ALTRI PUNTI DEL PROGRAMMA: