SALUTE E SANITÀ

“La Salute si sviluppa nei contesti di vita quotidiana, nei quartieri e nelle comunità in cui le persone vivono, lavorano, amano, fanno acquisti e si divertono. La Salute è uno dei più efficaci e potenti indicatori dello sviluppo sostenibile e di successo di ogni città e contribuisce a rendere le città inclusive, sicure e resilienti per l’intera popolazione”. (OMS, Shangai 2006)

La salute non è solo assenza di malattia ma è una dimensione sistemica di benessere psico-fisico, che si ottiene e si mantiene soprattutto con azioni di prevenzione nell’ambiente e miglioramento degli stili di vita individuali. “One Health, one Earth”: una Sola Salute per una Sola Terra è l’obiettivo a cui dobbiamo puntare anche per la città di Padova.

Padova è al 15° posto (su 960 città europee) per l’inquinamento atmosferico,[1] in particolare per le polveri sottili (PM10 e PM2,5) che oltre a favorire l’insorgere di tumori, malattie cardiovascolari e polmonari sono anche con-causa dell’aumento di mortalità legato alla pandemia che ha interessato tutta la Pianura Padana. Sono quindi necessarie politiche urgenti di ampia portata per rendere Padova più salubre e vivibile. Queste le nostre priorità:

Inceneritore

L’inceneritore è un impianto fortemente inquinante. Nonostante il nome fuorviante (termovalorizzatore) che evoca l’idea positiva del recupero di energia, in realtà, viene considerato al pari della discarica perché la combustione dei rifiuti non appartiene all’economia circolare per la quale si deve recuperare materia non energia.

Il processo di incenerimento inquina l’aria, le acque, il terreno riversando in atmosfera tonnellate/anno di Ossidi di Azoto e di polveri fini ed ultrafini e altre sostanze pericolose PFAS e cancerogeni certi come Diossine ecc e aggrava il riscaldamento globale.

Per questo il nostro impegno sarà per:

  • Dire No alla 4^ Linea, perché aumenterà il volume dei rifiuti da bruciare e anche se più moderna emetterà più particelle ultrafini <1 micron che sono quelle maggiormente incriminate per l’insorgere di infarti e ictus e Parkinson e Alzheimer.
  • Chiudere le linee 1 e 2 che già avrebbero dovuto essere dismesse nel 2010 mantenendo la 3^ finché necessaria e riducendo progressivamente il rifiuto da incenerire.
  • Togliere la concessione ad Acegas Aps Amga, in quanto non ha raggiunto l’obiettivo di raccolta differenziata al 76%, prevista nel piano regionale e perché chi gestisce la raccolta non può gestire anche l’incenerimento e le discariche.
  • Organizzare la raccolta dei rifiuti con gestione diretta 
(in House) e con tariffa senza profitto, a vantaggio degli utenti.

SAL condivide e sostiene le ragioni dei Comitati dei Cittadini e delle Associazioni Ambientaliste che stanno ricorrendo al TAR contro un progetto dannoso sia per l’ambiente che per la salute dei cittadini.

Prandina

L’area ex Prandina deve essere un Parco.

E’ necessario rompere il paradigma che abbina i parcheggi alla prosperità del commercio. E’ necessario riportare al centro della politica locale l’interesse dei molti, superando gli interessi di pochi.

Padova risulta detenere il triste primato di essere una delle città più inquinate da polveri d’Europa, il che comporta malattie e morti precoci evitabili.

Nel Centro storico di Padova, il verde pubblico è significativamente inferiore agli standard minimi: 4,9 mq/ab, contro i 7,5 mq/ab previsti dalle norme regionali. 

E’ dimostrato in modo inequivocabile come la presenza degli alberi eserciti sulle persone effetti estremamente benefici, paragonabili a quelli di un farmaco e come le persone che si spostano in zone più verdi abbiano miglioramenti significativi e duraturi nel campo della salute mentale. Le emozioni negative quali aggressività, ansia e tristezza vengono ridotte, si rinforzano le funzioni cognitive e le emozioni positive, come la fiducia, l’autostima la voglia di socialità. “Dove c’è più verde, i rapporti sono migliori, c’è meno conflittualità e violenza. Le persone sono più aperte, socievoli e generose»[2] 

Gli alberi:

  • migliorano la qualità dell’aria (un albero adulto fornisce il fabbisogno di Ossigeno di 10 persone per un anno e può incorporare, a seconda della specie fino a 20-50 kg di CO2 ogni anno),
  • riducono l’effetto “isola di calore” (fenomeno tipico delle città che comporta un surriscaldamento locale con un aumento delle temperature fino a 4-5 gradi rispetto alle campagne),
  • contribuiscono a mantenere la biodiversità delle specie viventi rafforzando le difese immunitarie soprattutto dei bambini che vivono in città.

La rigenerazione dell’area ex Prandina in senso ambientale naturalistico-sociale risulta quindi un’azione irrinunciabile per rendere Padova una città amica per tutte e tutti, soprattutto per le bambine e i bambini a cui dobbiamo assicurare il futuro ma anche il presente.

Sanità Pubblica

Per preservare la Salute, oltre alle politiche di prevenzione, è necessaria una Sanità Pubblica che funzioni come un servizio fondamentale, accessibile a chiunque ne abbia necessità.

La città di Padova, ha una popolazione che si sposta sempre di più verso la senilità (228,9 anziani ultra sessantacinquenni / 100 giovani fino a 14 anni).

Questo comporta la presenza sempre maggiore di malattie cronico-degenerative che sono di pertinenza delle Cure Primarie (Medici di Medicina Generale, Case della Comunità, Distretto) e degli  Ospedali Generalisti come il Giustinianeo e il Sant’Antonio.

Agli Ospedali cittadini afferiscono circa 400.000 persone (la Padova metropolitana)  e un significativo numero di pazienti che migrano da altre province e regioni non solo per le malattie che richiedono altissima specializzazione, ma anche per quelle a bassa e media complessità.

Nella città di Padova stiamo assistendo ad un progressivo spostamento della sanità verso il ricorso alla medicina privata, fenomeno che si è accentuato con la pandemia e con il passaggio dell’Ospedale Sant’Antonio all’Azienda Ospedaliera di Padova.

Questi i temi su cui ci impegneremo:

Ospedale Sant’Antonio

E’ l’Ospedale dei Fragili:

  • Il 90 % dei pazienti che arriva in Pronto Soccorso risiede a Padova.
  • Il 66% dei ricoverati ha un’età superiore ai 65 anni e il 48% supera i 75 anni.

Deve essere mantenuto efficiente fino alla realizzazione dei due Poli e successivamente deve essere ripensato in una visione di complessiva riorganizzazione.

Il Nuovo Ospedale

Ci siamo battuti perché non si realizzasse. Abbiamo sempre pensato, e ne siamo ancora di più convinti oggi dopo che la pandemia ha messo in luce la centralità della medicina di prevenzione e cura basata nel territorio, che in questa direzione si dovessero indirizzare prevalentemente gli interventi nella sanità. In ogni caso per impedire che la realizzazione della nuova mega struttura a San Lazzaro sia un grave danno per la cittadinanza riteniamo fondamentale battersi perché il Giustinianeo e l’ospedale Sant’Antonio garantiscono i servizi finora garantiti e la loro qualità

La realizzazione del Nuovo Ospedale si basa sulla programmazione del Piano Socio Sanitario Regionale del 2019 e sul Documento di Visione che l’Università ha redatto nel 2018: entrambi pre-pandemia e quindi di fatto entrambi superati dagli eventi.

E’ evidente quindi che la programmazione dei Due Poli andrà tutta ridiscussa alla luce delle esigenze di salute emerse nella pandemia e per sanare gli aspetti negativi dell’Accordo di programma del 2020.

L’accordo di Programma sottoscritto nell’aprile 2020 (al contrario del pre-accordo che prevedeva due Poli di “pari dignità dimensionale” assegnando al Giustinianeo le  funzioni di “Ospedale della città” e al Polo S.Lazzaro le funzioni di ricerca, didattica e cure di alta specialità)  purtroppo non mette il Giustinianeo nelle condizioni di svolgere il ruolo di “Ospedale della città”.

Il Giustinianeo infatti, secondo l’attuale programmazione, non sarà un Ospedale completo ma solo una Torre del Pronto Soccorso Centrale, neanche del tutto autonomo, visto che i pazienti più gravi dovranno essere trasportati a Padova Est con gravi rischi e molti problemi organizzativi.

Sarà dotato solo dei reparti e posti letto che hanno stretta interconnessione con il Pronto Soccorso e non avrà quelli per i ricoveri programmati per le malattie più comuni.

La disparità con il Polo di Padova Est è ben evidente dai numeri:

  • Area Chirurgica 110 posti letto al Giustinianeo – 432 a Padova Est.
  • Terapia Intensiva 22  Posti letto al Giustinianeo – 90 a Padova Est.

Nell’Accordo di Programma, inoltre, non sono escluse espressamente forme di finanziamento privato (project financing o affini) che è accertato essere uno strumento di indebitamento insostenibile per la comunità.

Ci batteremo per:

Un ospedale dei Padovani, il Giustinianeo, con tutti i servizi e i posti letto necessari per la comunità, strettamente interconnesso con le cure territoriali, nodo centrale della rete degli Ospedali ULSS.

L’Ospedale dell’Università a Padova Est per la didattica, la ricerca e le cure ultra specialistiche che non dovrà essere realizzato a scapito delle cure delle malattie più comuni.

Il nuovo Polo della Salute dovrà essere realizzato senza ricorrere al PF o altre forme di finanziamento privato conciliando le funzioni dei due presidi ospedalieri, che non sono doppioni, ma sono complementari.

La sanità territoriale di prossimità

  • Case della Salute. Padova deve avere un numero adeguato di Case della Salute  (1 ogni 40.000 – 50.000 abitanti) che dovranno essere il luogo della risposta ai bisogni di salute attraverso la promozione della medicina d’iniziativa e la presa in carico delle persone fragili e con malattie  croniche. 

I fondi del PNRR  dovranno essere dedicati alla loro gestione pubblica.

Secondo la “città dei 15 minuti”,  la città diventa un organismo policentrico in cui gli abitanti spostandosi a piedi o in bicicletta possano raggiungere in non più di 15 minuti i luoghi dello studio, del lavoro, della cultura, del tempo libero, del commercio, della cura e dell’assistenza sanitaria. Per questo è necessario che le Case della Comunità e tutti i presidi Sanitari siano decentrati e facilmente raggiungibili soprattutto dalla popolazione anziana e fragile.

  • Consultori. Padova deve essere dotata di un numero sufficiente di Consultori       ( 1 ogni 20 – 25.000 abitanti) dotati di monte ore e  numero di operatori adeguato in modo da potere svolgere a pieno il loro compito di produzione di salute e promozione della prevenzione.
  •  Salute Mentale. La salute mentale non può continuare ad essere un lusso per pochi.  Le persone sofferenti devono essere curate adeguatamente e aiutate nel riacquistare la possibilità di abitare, lavorare, stabilire relazioni sociali e legami affettivi.
  • Riabilitazione: Le persone che hanno necessità di un  ricovero per un percorso riabilitativo attualmente devono rivolgersi alle strutture private convenzionate ( es Villa Maria oppure andare a Piove di Sacco o a Conselve. In una città che vede il 22% della sua popolazione ultra 65 enne, è una cosa inaccettabile.

Il nostro sforzo andrà nella direzione di un ritrovato protagonismo dei Sindaci e delle  omunità locali nella programmazione Socio-Sanitaria.


[1] ricerca pubblicata di recente sul Lancet Planetary Healt,

[2] Ming Kuo dell’Università dell’Illinois.


GLI ALTRI PUNTI DEL PROGRAMMA: