LAVORO E REDDITO

Il lavoro e il reddito le prime emergenze

Siamo dentro una crisi senza precedenti. Una crisi che si approfondirà e che avrà effetti devastanti se non si prenderanno le misure necessarie per farvi fronte. Il coniugarsi degli effetti dei cambiamenti climatici con quelli legati alla guerra e al perdurare della pandemia in aree strategiche per l’economia globale hanno e avranno drammatiche conseguenze sulle condizioni di vita di larghi settori della nostra società, già segnata dal crescere della povertà assoluta e relativa, da ampie fasce di lavoro precario e sottopagato e da un vasto tessuto produttivo e dei servizi che su questo basa la sua stessa esistenza.

Anche a Padova esiste un’area vasta di lavoro precario e sfruttato nel settore dei servizi, nella diffusa rete degli appalti pubblici e privati, in settori della produzione e del commercio. Il crescere del costo della vita, in particolare nei consumi di massa, è difficilmente comprimibile. Non è con politiche di tamponamento o di sostegni assistenziali ridotti all’osso che si risolvono queste contraddizioni lasciando al mercato o al privato il governo dell’Economia. È necessario il rilancio di un ruolo centrale del pubblico nel governo e nella programmazione degli interventi necessari a far fronte ad una condizione sociale destinata ad aggravarsi e alla probabile contrazione del settore

Il piccolo commercio: grande risorsa del territorio

Anche nel settore del commercio, le scelte dell’amministrazione si sono basate su uno scriteriato sviluppo della grande distribuzione determinando di fatto un regime di concorrenza sleale, aggravato dalla liberalizzazione degli orari di apertura, di cui si sono avvalsi soprattutto i centri commerciali e che ha portato alla progressiva chiusura dei piccoli esercenti del centro e dei quartieri periferici. Questa scelta sbagliata, da noi sempre contrastata fuori e dentro le istituzioni, ha portato alla cancellazione di sempre più negozi di vicinato, producendo desertificazione dei nostri quartieri, insicurezza e, non da ultimo, perdita del lavoro e del reddito degli esercenti che hanno chiuso le proprie attività.

Dunque, la nostra proposta principale è quella di dire basta a nuove grandi strutture di vendita e sostegno al piccolo commercio.

Riteniamo inoltre necessaria una nuova politica fiscale comunale. Proponiamo una rimodulazione delle tasse locali prevedendo degli sconti fiscali in base a determinati criteri e caratteristiche che le attività commerciali presentano.

Crediamo sostanzialmente iniquo il sistema fiscale comunale attuale, non progressivo e penalizzante soprattutto per i piccoli e per i nuovi esercenti. Continuiamo a proporre, un significativo abbassamento dell’aliquota IMU per tutti quei proprietari che esercitano la loro piccola attività all’interno del proprio immobile: riteniamo sia ingiusto far pagare le stesse aliquote a chi dal proprio locale ricava un reddito da affitto e a chi invece utilizza quel locale per il proprio lavoro.

Cancelliamo la precarietà: il lavoro nel Comune

I flussi occupazionali evidenziano crescenti difficoltà di accesso e permanenza nel mercato del lavoro.

Infatti i dati che le diverse agenzie danno dei flussi occupazionali sottolineano che negli ultimi anni gran parte dei nuovi rapporti di lavoro sono stati caratterizzati da forme contrattuali atipiche e precarie.

Dal canto suo, il Comune ha una forte responsabilità sulla diffusione del precariato in città, dato che all’interno delle aziende partecipate e nei servizi esternalizzati si fa spesso ricorso a lavoratori precari e molto spesso mal pagati.

Le aziende partecipate sono pagate da tutti: è tempo di affermare che la loro responsabilità sociale non può rimanere un enunciato teorico; la presenza degli enti locali e delle amministrazioni comunali nelle società partecipate deve tradursi in atti concreti a difesa di un lavoro degno e non ridursi a una mera gestione economica: tra diritti dei lavoratori e profitto siamo e saremo sempre dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori.

L’amministrazione comunale deve contrastare il ricorso ai rapporti di lavoro atipici, anche attraverso la creazione di un albo delle imprese virtuose che assumono solo con contratti a tempo indeterminato.

Un nuovo modello economico per Padova

Pensiamo vada cambiata la pratica dell’uso del Patrimonio pubblico della città, fino ad ora utilizzato solo per reperire fondi in maniera speculativa, attraverso vendite a privati con conseguenti aumenti di cubatura, per metterlo a disposizione di percorsi che possano creare reali opportunità di lavoro.

Questi percorsi si possono attivare coinvolgendo le associazioni, i movimenti, i singoli che da anni operano sul territorio, favorendo nuove relazioni sia economiche che sociali, favorendo produzioni di filiera corta e locale, tutelando l’economia esistente.

Sono molti i luoghi in degrado a Padova, sia pubblici che privati: pensiamo alle aree degli ex macelli comunali, o alle tante aree ancora agricole ma inutilizzate, ai numerosi siti industriali dismessi. Luoghi inutilizzati e spesso insicuri. Crediamo che non sia più il tempo di trasformazioni urbanistiche e di ulteriore cementificazione, ma che sia il tempo di un uso sociale di questi spazi, per dare possibilità concrete a singoli o a gruppi di costruirvi il proprio percorso lavorativo.

Ma queste nuove esperienze di lavoro dovranno avere la caratteristica di essere utili anche alla comunità in cui operano, dovranno mirare al benessere del territorio, e creare occupazione di qualità

Il turismo culturale, una ricchezza per Padova

Investire sulla cultura quale fattore dello sviluppo territoriale è una delle risorse che la nostra città possiede, proponiamo quindi di agire sulla valorizzazione del patrimonio artistico, monumentale, culturale e ambientale di Padova sviluppando un turismo stabile in aggiunta al sistema fieristico

Le risorse ambientali ed architettoniche, il paesaggio storico della nostra città sono una risorsa con la quale si possono promuovere progetti culturali, ambientali e artistici, come ad esempio gli eventi che si organizzano, avvenimenti partecipati da tutta Italia e che raccolgono un pubblico numeroso.

Vogliamo perciò sviluppare un turismo che sia attratto da Padova come città d’arte dai tesori inestimabili, da visitare non solo come tappa prima di raggiungere la vicina Venezia, ma da conoscere insieme ai suoi luoghi e monumenti unici. La Cappella degli Scrovegni, il Palazzo della Ragione, il sistema delle Mura, con il suo patrimonio ambientale e paesaggistico, se inseriti in un circuito di promozione turistica di qualità, possono portare alla città molti più vantaggi di quelli fino ad ora ottenuti. In questo contesto va inserito anche l’importante riconoscimento dell’Unesco.

È del tutto evidente però che lo sviluppo turistico della città, della valorizzazione del suo patrimonio culturale e artistico, deve avere ricadute positive che devono riguardare tutti i soggetti coinvolti, in primo luogo le lavoratrici e i lavoratori che lo rendono possibile con la loro fatica quotidiana. Tra i settori più coinvolti nelle dinamiche della precarizzazione del lavoro e dello sfruttamento troviamo sicuramente il settore alberghiero e quello della ristorazione. Su questi settori va fatto un preciso lavoro di inchiesta e investimento per valorizzare il lavoro, qualificarlo e renderlo compatibile con condizioni salariali e normative dignitose.


GLI ALTRI PUNTI DEL PROGRAMMA: