Cultura

Questa crisi ha messo in luce una vasta area di lavoro tanto precario quanto qualificato nel settore della cultura diffusa. Attività che insistono in diversi campi in tutto il Veneto e rappresentano un patrimonio prezioso che è stato travolto nella fase della pandemia, lasciando senza reddito migliaia di persone impegnate in queste attività.

Certamente la questione immediata che va subito risolta è la loro tutela concreta dal punto di vista materiale. Questo però non basta e soprattutto non risponde ad una necessità più generale.

In una fase che non sarà di tempo breve, e comunque dentro un piano di investimento pubblico, il rilancio delle attività diffuse della iniziativa culturale è un elemento necessario di ricostruzione del tessuto delle relazioni sociali. Produrre molte iniziative diffuse e meno grandi eventi, i quali comunque hanno in questo campo una valenza significativa quando raggiungono standard di qualità importanti. In questo settore, non solo vanno recuperati i migliaia di posti di lavoro persi, ma si può lavorare con politiche intelligenti a uno sviluppo ulteriore dell’occupazione facendone anche leva per un nuovo turismo di qualità, che va sicuramente favorito e sviluppato.

Resta comunque necessaria una particolare attenzione alle lavoratrici e ai lavoratori del settore che, date le sue particolarità, ha bisogno di tutele di natura economica, previdenziale e assicurativa, come accade in altri paesi europei come la Francia per esempio, e praticamente assenti nel nostro paese.

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