Ada Cestaro

Ada Cestaro elezioni comunali Padova

Sono la quarta di sei figli, chi portava a casa il pane era solo mia madre. Ho percepito la difficoltà economica della mia famiglia già da bambina. Mia madre morì giovane e il peso della famiglia lo sentii sulle mie spalle, non importa che età hai perché culturalmente se sei la femmina più grande in famiglia devi fare le faccende di casa.

Dopo la scuola dell’obbligo dovetti rinunciare agli studi per andare a lavorare, qui ho conosciuto il sindacato che attraverso le dure lotte degli anni precedenti mi hanno permesso di fare valere i miei diritti.

Da allora molto è cambiato, oggi c’è un’arretratezza culturale, sociale, ed economia che non ti permette di fare valere quei diritti, perché anche quel sindacato è cambiato. Il mondo del lavoro si sta sempre di più precarizzando, ed è nostro dovere darsi da fare per ridare dignità a tutti i lavoratorri e le lavoratrici, soprattutto i precari, che sotto ricatto subiscono turni massacranti, malpagati con il rischio di rimetterci la salute o la vita.

Ritengo che un lavoro dove la persona sia rispettata come tale e valorizzata per il lavoro che svolge di qualunque mansione si tratti, porta con sé la dignità, quindi non più schiavo, ma individuo consapevole ed attivo, incluso nella società dove possa esprimere la propria identità con le proprie fragilità, i propri bisogni e le proprie potenzialità.

Solo quando il lavoratore non subirà più le angherie di questo sistema noeliberista, sarà possibile vivere in una società migliore che prima di tutto metta al centro la persona, quindi la famiglia, quindi la comunità, quindi il diritto di vivere veramente, non sopravvivere. Vivere in un ambiente sano in termini ecologici e in termini mentali.

Dovremmo abbattere l’individualismo e l’egoismo perché oggi ci sono molte persone che soffrono in solitudine, senza strumenti che possano risolvere il disagio. Ma per arrivare a questo c’è bisogno di molto impegno soprattutto per rendere le persone più consapevoli. Oggi spesso si sente dire, con tono rassegnato: “Tanto non si può fare niente”. Non è così, l’unione fa la forza, la conoscenza non ci manca, dobbiamo lottare per il bene comune ed il benessere della società!

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