PER L’AMBIENTE E LA RICONVERSIONE ECOLOGICA DELLE PRODUZIONI.
RISANARE E BONIFICARE
Una scelta non solo decisiva per difendere l’ambiente e il territorio in cui viviamo e che lasceremo in eredità alle nuove generazioni, ma anche necessaria per creare nuova e buona occupazione, in una situazione di grave crisi economica e di questo modello produttivo. Non si contano i luoghi oggetto di inquinamenti decennali. La mano libera alle imprese, la mancanza di controlli efficaci e tempestivi ci consegnano un territorio non solo tragicamente cementificato ma altrettanto gravemente inquinato. La vicenda della Miteni è solo la punta di un iceberg di vicende che riguardano tutta la regione Veneto. È bene ricordare, a titolo esemplificativo, che tra i primati di cui Zaia evita di vantarsi c’è quello europeo delle malattie oncologiche degli apparati riproduttivi nei maschi dai 14 ai 50, che sono direttamente correlate, lo dice la scienza medica, all’inquinamento.
NO ALLE GRANDI OPERE
Anche la recente relazione del presidente della Corte dei conti ha messo in guardia contro il perdurare di fenomeni di corruzione e non trasparenza nel sistema degli appalti delle opere pubbliche, e altrettanto forti sono gli allarmi che hanno trovato riscontro in importanti inchieste giudiziarie, per il diffondersi delle infiltrazioni mafiose nell’economia e nella politica del Veneto. La vicenda del Mose non ha chiuso questo capitolo. È del tutto evidente che il sistema degli appalti e subappalti che imperversa in questo campo, così come in molte esternalizzazioni, tanto per fare un esempio, nella gestione dei rifiuti, favoriscono la presenza in settori importanti dell’economia di aree grigie che favoriscono l’infiltrazione della malavita organizzata.
PEDEMONTANA VENETA
Se questa opera era una follia prima, lo diventa ancor più oggi. La contrazione della mobilità ampiamente prevedibile nel prossimo futuro la rende ancora meno necessaria di prima. Opera costosa e inutile, peserà insieme alle conseguenze sul territorio anche dal lato economico per i cittadini/e veneti.
OLIMPIADI DI CORTINA 2026.
Deve essere chiaro che se le olimpiadi invernali si faranno nel 2026 a Milano e Cortina, sarà per abbandono del campo da parte della maggioranza dei contendenti che hanno deciso di sfilarsi dall’impresa per i pessimi risultati delle precedenti edizioni. Decisione rafforzata dalla mobilitazioni delle cittadine/i consapevoli degli impatti sull’ambiente e dei costi faraonici dei cosiddetti grandi eventi. Nel Veneto, non è con operazioni di questo tipo che si rilanciano la montagna e le aree marginali. Certamente potranno avere dei vantaggi a breve imprese delle costruzioni e la lobby degli albergatori. Quel che è certo è che senza una programmazione di lungo periodo e un ampio spettro di interventi diversi per il rilancio di tutte le attività del territorio, compresa la manifattura, l’abbandono di larga parte delle zone di montagna continuerà e continuerà l’invecchiamento della popolazione.
NO TAV
Proseguire ancora con un progetto inutile, costoso, devastante per l’ambiente e il bilancio dello stato è nella presente situazione un crimine. Non serve al traffico merci su ferro devastato dalle dalle scelte di RFI che ha chiuso quasi tutti gli scali merci delle stazioni intermedie e consentirà, a fronte di una spesa di quasi 9 miliardi di euro, un risparmio di 11 minuti tra Milano e Venezia. Proponiamo di riqualificare la linea esistente con interventi di modernizzazione tecnologica come verrà fatto con la Venezia-Trieste.
NO ALL’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI. Ripulire il sistema della raccolta dei rifiuti dal blocco di interessi che lo domina.
Questa lista (SAL) vede la presenza di donne e uomini che non da ieri si sono battuti contro la politica del Business dei rifiuti. Una storia più che decennale fatta sempre in chiaro e senza le ambiguità di chi parla nei programmi di economia circolare e poi vota nelle conferenze dei servizi per l’ampliamento degli inceneritori e nei consigli comunali per le privatizzazioni delle aziende pubbliche. Una prassi consolidata della narrazione tossica dell’opportunismo politico.
Come siamo stati determinanti nella vertenza contro la centrale a carbone di Porto Tolle, una battaglia vinta in nome della difesa nell’ambiente, così è stata nostra la mozione che ha dato avvio alla raccolta differenziata spinta nel comune di Padova, più di dieci anni fa. Così oggi siamo coerentemente a fianco dei comitati che si battono contro l’inceneritore di Fusina: solo per fare un altro esempio.
Siamo assolutamente consapevoli dell’intreccio di interessi diversi che ruotano attorno al sistema della raccolta dei rifiuti urbani e industriali. Un sistema fatto di appalti, privatizzazioni, intreccio fra esponenti della politica e aziende del settore attorno al quale si sono sviluppate non solo pratiche corruttive ma anche vere e proprie attività di tipo criminale. Il settore per essere risanato deve essere restituito al pubblico e al controllo delle cittadine e dei cittadini e dei consigli comunali, con l’obiettivo di ottenere il controllo dell’intero ciclo, la valorizzazione del lavoro e la trasparenza di tutte le attività correlate.
Una intera biblioteca non sarebbe sufficiente a contenere la montagna di testi e documenti che testimoniano i disastri e le malefatte originate dalle gestione corrotta e a tratti malavitosa del sistema generata in questo campo. Una svolta radicale è necessaria.
